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Deliberazione della Federazione Unitaria Italiana Scrittori assunta all’unanimità dell’Assemblea sul tema “Scrittori per la Pace, contro la guerra”
L’Assemblea di questo pomeriggio 2 marzo 2022 ha un titolo già sperimentato, poiché è cresciuto con il concorso dell’Abate di Montecassino S. E. Donato Ogliari che perfezionò il titolo (che avevamo dato alla giornata del 15 febbraio di ricordo del bombardamento dell’abbazia di Montecassino) con “scrittori per la pace, contro la guerra” che proprio oggi trovate in prima evidenza nella pagina che La Repubblica e il quotidiano Metro (in distribuzione a Roma e a Milano) dedicano a questa nostra Assemblea.
Segno importante di questo incontro è la presenza del principe Giorgio Fabretti quale discendente del primigenio Raffaele Fabretti creatore dell’Arcadia, dell’Arcadia Felix, per le qualità umanistiche, scientifiche che l’Arcadia ha avuto in ambiti diversi del sapere, anzi dei saperi e che può avere oggi per l’attualità e per il futuro.
Per la FUIS, che condivide la frase “dire o scrivere guerra, è già fare guerra” è un impegno che proseguirà nel tempo che, come sanno gli scrittori associati che ci seguono assiduamente, e si ripeterà con i loro contributi verbali e scritti, ogni primo mercoledì di ogni mese (fino all’interruzione estiva.
Il campo di interesse della FUIS (come quello dell’ARCADIA), è definibile nel constatare che sono terreni a lei estranei i conflitti di qualsiasi genere: le guerre di tipo tradizionale, quelle presenti e quelle tecnologiche del futuro, così come ogni forma di imperialismo che si esprime costringendo le genti a forme di subalternità e di soggezione ed ogni forma di nazionalismo che costringe i popoli nei loro confini. Lo spirito degli associati FUIS è quello di riconoscere come gli scrittori in quanto produttori delle opere dell’ingegno letterario, artistici e scientifico non conoscono confini, o limiti di qualsiasi genere.
Gli scrittori tutti sono impegnati a conciliare o se preferite a riconciliare per l’oggi il genere umano con la natura.
Ed è bene dire subito che nessuno deve tentare di attribuire agli scrittori associati una volontà bellica o belluina a favore di una o di un’altra parte: tutti ben sanno che ogni guerra, ogni conflitto, qualunque siano le ragioni per cui sono mossi o promossi, costituiscono offesa per l’umanità tutta e non soltanto per quella parte del genere umano che ne soffre più direttamente le conseguenze.
Compito non semplice non facile: soprattutto oggi che la volontà di operare per la pace, per la difesa della natura, del clima e dell’ambiente trova un nuovo ostacolo nella guerra appena accesa o riaccesa tra Russia e Ucraina.
Siamo ancora una volta, ma non è la sola, poiché le guerre aperte in questo nel momento, che offendono l’umanità e la terra con eserciti contro altri eserciti con effetti disastrosi sulla popolazione umana, sugli esseri viventi, sugli animali, e sugli essere vegetali sono tante. E ogni guerra è soprattutto contro una umanità inerme, impegnata a vivere del proprio lavoro e nel proprio lavoro, si sviluppa contro la terra, si distende contro ogni fede.
Perché sembra che non si sia imparato nulla!
Abbiamo appena ricordato i saperi del bombardamento dell’Abbazia di Montecassino che pesano sull’umanità, e non possiamo far finta di non sapere che ci sono guerre in 25 paesi come nell’elenco qui riportato (all.A)
Sono troppe le guerre nel mondo. Anche la storia d’Europa narra di un gran quantità di guerre; guerre di tutti i tipi che l’umanità europea ha combattuto contro un’altra parte dello stesso genere umano europeo: guerre di potere, guerre economiche, guerre locali e mondiali un lungo elenco di denominazioni come nell’all. B.
Non è forse questo il retaggio che l’umanità tutta, non solo quella europea, deve tenere bene a mente e in prima evidenza per fare in modo da non ripetere gli stessi errori e non fare guerra:
Oggi, accanto a questa memoria, assistiamo a due sommovimenti che segnano profondamente il nostro tempo e la nostra vita:
– il primo momento: l’intelligenza umana viene sopravanzata dall’intelligenza artificiale. E’ un dato che si può dire e pensare anche in altro modo.
Secondo voi: IL GENERE UMANO HA GIA’ CONSEGNATO ASPETTI IMPORTANTI DELLA PROPRIA ESISTENZA ALLA ARTIFICIALITA’ DELL’INTELLIGENZA?
Secondo voi scrittori tutti: E’ forse un’idea sbagliata quella di ritenere che l’umanità ha già avviato la consegna della propria umana natura ad un sistema di artificialità che potrebbe persino inficiare se non distruggere lo stesso genere umano?
– il secondo momento, non meno importante del primo, caratterizza il tempo che stiamo vivendo. E’ avvenimento che dobbiamo saper ben connettere con l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina che segue e continua quella in corso contro la pandemia del coronavirus che tutta l’umanità combatte a livello globale,
Secondo voi: la pandemia non avviene tra il genere umano e un essere che umano non è? Tutta l’umanità, tutta, è chiamata a combattere contro un virus non umano che si è dichiarato disponibile a decidere della vita e della morte degli esseri umani.
Il COVID 19 o 20 o 21 non è un virus che presume di distruggere l’umanità e che ha già ucciso una parte di essa? Ed è un virus subdolo: non conduce soltanto alla morte coloro che riesce a colpire in forma letale, ma insidia anche le psicologie, le menti, i cuori i sentimenti, provocando disponibilità personale, intima alla morte, all’autodistruzione.
Non servono gli armamenti per combatterlo, non servono più gli eserciti divenuti obsoleti, inutili: l’umanità in questo caso deve combatterlo con la propria intelligenza e soprattutto affidarsi all’intelligenza scientifica, sanitaria, medica persino artificiale e umana al fine di produrre un antivirus che la salvi.
In che misura le guerre in corso nei 25 paesi appena ricordati e quella in corso tra Russia e Ucraina distraggono l’umanità dai propri interessi veri che sono quelli dell’emergenza sanitaria ?
Secondo voi: gli scrittori possono non sapere che ci sono persone, gruppi e società che hanno interesse a a fare guerre? Forse è difficile individuare le persone, ma è possibile riconoscere almeno una parte di quelle aziende che costruiscono armamenti, quale quelle elencate nell’all.C
Non solo: ma l’umanità, tutta insieme, deve avere la forza, insieme a Papa Francesco, se volete, di lanciare un anatema contro chi o contro cosa produce un essere che sfugge alla natura umana, e contro chi costruisce armamenti: e soprattutto deve individuare e prendere le distanze anche da chi provoca l’insorgenza di disastri ambientali, climatici, terrestri. Con effetti globali.
Se è così allora secondo voi scrittori:
non vi sembra necessario che l’umanità si faccia avvertita, invitando gli umani, soprattutto quelli di buona volontà presenti nei governi dei paesi di tutto il mondo, alla necessità di elaborare una COSTITUZIONE DELLA TERRA con principi a cui tutti devono attenersi;
secondo voi: non c’è necessità di creare uno strumento in grado di rispondere alle grandi sfide delle emergenze globali umane, climatiche, ambientali, per salvaguardare gli esseri viventi tutti: umani, animali, vegetali, terrestri e non solo.
Le costituzioni degli stati sono vecchie, concepite con mentalità localistiche, non in grado di affrontare le novità prodotte dall’intelligenza artificiale, dalle nuove modalità delle guerre e dalla pandemia.
Secondo voi: è opportuno che gli associati FUI S, pur nella loro umiltà, rinvengano e propongano i principi di una COSTITUZIONE DELLA TERRA?
Sapete dirmi se è toppo presto o se siamo fuor di luogo?
Secondo voi. Non è necessario mettere a punto un DEMANIO UNIVERSALE con zone e terreni intoccabili da salvaguardare?
Concludendo: l’umanità non ha bisogno di eserciti, di flotte aeree o marine, che combattano altri eserciti, altre flotte aeree o marine, ha necessità di sviluppare intelligenze umane e artificiali per arricchirsi di scienza e di saperi propri di una disciplina del bisogno o meglio ancora sugli orientamenti di una filosofia del rimedio che elabori metodologie e principi idonei a correggere gli errori compiuti, costruire sistemi e relazioni onde apportare modifiche e recuperi per il clima, l’ambiente, le energie afferenti, il mondo vegetale, quello animale e soprattutto per rimediare a tutto ciò che ha offeso la terra e l’umanità.
Secondo voi: non è necessario che la filosofia e la politica dei prossimi anni, anziché orientate all’idea di progresso, non debbano mettere a punto una filosofia del rimedio congiuntamente ad una filosofia della scienza e della fede.
Nessuna costituzione dei 193 paesi rappresentati all’ONU, né i 207 paesi a cui corrispondono le bandiere del manifesto elaborato dalla FUIS, dichiara, nel suo primo articolo quanto oggi è necessario e cioè che
“l’umanità è una e indivisibile per natalità, origine, genere, sesso, età, razza, religione, senza confini territoriali o concettuali”.
Non debbono essere solo gli scrittori a dirlo e a farlo.
E se qualcuno, forse anche a ragione, dovesse ritenere che quanto finora proposto non è compito di scrittori, proprio gli scrittori, gli autori, gli artisti sanno che hanno anche un altro terreno su cui esercitarsi, quello di scrivere poemi universali, e romanzi a contenuto d’umanità globale.
Quanti conflitti armati ci sono ancora nel mondo?
A 77 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa da 78 anni dal bombardamento di Monte Cassino decine di conflitti armati continuano a mietere vittime in tutto il mondo.
- Aceh
000 sono i morti calcolati nella provincia autonoma dell’Indonesia, altre fonte dicono 50.000, altre 90.000. - Afghanistan
000 solo le vittime nel 2020-21 - Algeria
000 morti altre fonti dicono 150.000, la guerra non è ancora conclusa. - Burundi
Le guerre civili etniche sono ricominciate. - Brasile
000 sono le vittime nella guerra tra i cartelli della droga ed il governo. - Colombia
700 sono i morti per gli scontri di quest’anno. - Congo
500 sono le persone morte nella cosiddetta “Guerra Mondiale Africana” - Costa d’Avorio
Dopo un decennio di guerra civile nel 2003 sono stati firmati accordi di pace, con contrasti e conflitti che non hanno ancora esito positivo. - Egitto
Da alcuni anni il governo egiziano si scontra con gruppi di fondamentalisti islamici armati. - Eritrea-Etiopia
000 sono le vittime dopo 2 anni di conflitto tra Etiopia ed Eritrea. - Filippine
000 sono i morti nella guerra tra l’esercito di Manila e i militanti del Fronte di Liberazione Islamico dei Moro (MILF) - Yemen
768 sono i morti nella guerra nel Paese più povero del mondo - Iraq
E’ in corso una guerra tra l’opposizione e il governo. - Israele-Palestina
Dopo oltre mezzo secolo di guerre e di patti storici, di atti terroristici e di speranze di pace andate in fumo, il sogno di “due popoli due Stati” resta purtroppo ancora un’utopia. - Libia
500 sono le vittime nel 2021 degli scontri a fuoco, esplosioni e rivolte. - Kashmir
La rivolta del Kashmir alimenta una guerra per procura tra i due colossi asiatici Pakistan e India (che dispongono anche di testate atomiche). - Kurdistan
È più di mezzo secolo che i Kurdi distribuiti tra Turchia, Iraq e Iran auspicano la nascita di uno stato kurdo. I conflitti sono ulteriormente aggravati dal conflitto in Iraq. - Myanmar,
500 sono i morti per le 320 situazioni di conflitto. - Nepal
000 sono le vittime nella guerra tra i guerriglieri maoisti del Nepal contro la monarchia costituzionale del re Gyanendra. - Nigeria
000 sono i morti in Nigeria divisa in oltre 250 gruppi etnici-linguistici. - Repubblica Centrafricana
500 sono i morti calcolati, la Repubblica Centrafricana è stata dilaniata da una guerra civile - Siria
000 e più sono i morti dal 2011
13.500 nell’ultimo anno. - Somalia
700 sono le persone morte tra il 2019 e il 2020 - Sudan
000 sono le persone che muoiono ogni mese, in Darfur secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. - Ucraina
000 sono le vittime calcolate ad oggi.
Le vittime della guerra in corso sono ancora da contare - Uganda
Una guerra civile da più di 20 anni.
Elenco alfabetico della denominazione linguistica delle guerre
Legge: Giulia Morgani
A
Guerra aerea
guerra di aggressione
guerra anfibia
guerra di annientamento
guerra asimmetrica
B
guerra batteriologica
guerra di bassa intensità
guerra di bombardamenti
C.
guerra chimica
guerra cibernetica
guerra civile
guerra coloniale
guerra combattuta
guerra commerciale
guerra di confine
guerra congelata
guerra continentale
guerra convenzionale
guerra corrazzata
D
guerra di divisione
guerra di dinastia
E
guerra etnica
guerra elettronica
guerra economica
guerra entomologica
guerra d’evacuazione
F
Guerre di famiglia
G.
guerra di guerriglia
I
guerra dell’informazione
guerra industriale
guerra di insurrezione
L
guerra lampo
guerra locale
M.
guerra di mare
guerra meteorologica
guerra mondiale
guerra di montagna
N.
guerra nucleare
guerra non convenzionale
O
guerra d’occupazione
guerra d’omicidi
P
guerra per procura
guerra di posizione
guerra psicologica
R
guerra di religione
guerra di rastrellamento
S.
guerra santa
guerra sottomarina
guerra di successione
T
guerra tossicologica
guerra totale
guerra tribale
guerra di trincea
U
guerra urbana
Fabbriche di armi nel mondo
I produttori di armi operano in un mercato che, a livello globale, che vale più di 2 mila miliardi di dollari e sono in netta crescita.
Dal 2011 al 2020 la spesa militare complessiva di tutti i Paesi del mondo è aumentata del 9,3%, con la Cina, che nello stesso periodo ha registrato un incremento del 76%. Attualmente la Cina vale il 5,5 % del mercato globale.
Le maggiori cinque aziende produttrici di armi sono degli USA: da sole hanno rappresentato, nel periodo 2015-2019, il 36% delle esportazioni globali.
Sono seguite dalle aziende russe, con una percentuale calcolata al 21%,
Quelle francesi sono al 7,9%.
Le maggiori aziende di produzione di armi al mondo sono
1° lettura (Mary Poltroni)
1. Lockeed Martin, Stati Uniti d’America
ha incassato 53,2 miliardi di dollari nel 2019 dalla vendita di armi e servizi per le forze armate,
2- Al secondo posto
il colosso, Boeing Stati Uniti d’America
33,8 miliardi di dollari di utili per un fatturato complessivo di 76,6 miliardi.
Le aziende statunitensi che occupano i primi cinque posto della lista delle 100 maggiori aziende che producono e vendono armi, sono, dopo le due appena dette,
3. Al terzo posto Northrop Grumman, Stati uniti d’America
4, Al quarto posto Raytheon, Stati uniti d’America
5. Al quinto posto General Dynamics. Stati Uniti d’America
La prima azienda non statunitense per guadagni dal settore militare è la cinese
Aviation Industry, con 24,5 miliardi di utili su un fatturato complessivo di 66,8 miliardi.
Fine prima lettura
Sia in Cina, che negli USA le fabbriche di armi possono contare su una forte domanda interna da parte dei governi, tanto che da sole valgono più della metà di tutta la spesa militare globale.
In Europa:
Le maggiori aziende nell’Unione Europea sono
2° lettura (Mary Poltroni)
Nell’Unione Europea, prima della Brezit, l’azienda di fabbrica d’armi più importante era la
BAE Systems (British Aeropsace Sistems),
con un fatturato 23,4 miliardi, quasi tutto (95%) da armi e servizi agli eserciti.
Dopo la Brexit, la maggiore azienda d’Europa produttrice di armi è l’italiana
Leonardo,
11,1 miliardi di dollari di utili nel 2019 con un fatturato di 25,4 miliardi.
(Ripetere)
Dopo la Brexit, la maggiore azienda d’Europa produttrice di armi è l’italiana Leonardo,
Segue la compagnia transeuropea, che ha sedi in Francia, Paesi Bassi, Germania e Spagna,
Airbus.
11 miliardi di dollari di guadagno nel 2019 11 miliardi di dollari con un fatturato di 78,9 miliardi.
Poi due aziende francesi:
la Thales, con utili per 9,5 miliardi di dollari e un fatturato di 20,6 miliardi.
L’altra, è
la Dassault Aviation Group, con utili per 5,8 miliardi su un totale di 8,2.
Per la Germania,
la Rheinmetall, è al 22esimo posto, e la
ThyssenKrupp, si trova al 57esimo posto.
Le altre cinque società europee successive sono
– la Saab (Svezia), al 30esimo posto,
– la UkroboronProm (Ucraina), al 71esimo,
– la Pgz (Polonia), classificato 74esimo,
– la Navantia (Spagna), al 76esimo
– la Ruag (Svizzera) in 95esima posizione.
Fine seconda lettura
– In Italia 231 sono le imprese produttrici: sono 107 per le armi e 124 per munizioni.
Una sola, di queste, la Siare Engineering, produce ventilatori polmonari.
Le altre producono caschi per aerei anzi caschi per ventilazioni.
In Italia
Diverse organizzazioni esperte sull’argomento, come la Rete italiana per il disarmo, sostengono da tempo che le informazioni fornite siano insufficienti per farsi un’idea precisa su cosa vende l’Italia e a chi.
3° lettura (Mary Poltroni)
Le prime dieci sono con il loro fatturato (nel 2018)
– Leonardo Spa, 3.233 milioni di euro
– RWM Italia Spa 294 milioni di euro
– MBD Italia Spa 234 milioni di euro
– IVECO Defence Vehicles Spa 199 milioni di euro
– RHEINMETLL Italia Spa 187 milioni di euro
Seguono;
Fabbrica d’Armi Beretta Spa, Piaggio Aero Industries Spa
MES Meccanica per l’elettronica Umbria Group Spa
Elettronica Spa